Kabat facciale
Fu il neurologo statunitense Kabat che, tra gli anni ‘40 e ‘50 del Novecento, che inventò e diede il nome a questa metodica nota anche come FACILITAZIONE NEUROMUSCOLARE PROPRIOCETTIVA (PNF). Essa si basa sulla stimolazione di particolari recettori, i propriocettori, capaci di farci percepire la posizione del corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei muscoli. Fu messa a punto a partire dall’osservazione dei movimenti di atleti e ballerini. Così Kabat giunse alla conclusione che nessun muscolo lavora singolarmente durante i movimenti volontari. Al contrario essi lavorano in maniera sinergica lungo linee diagonali e spirali rispetto all’asse longitudinale del corpo. Estrapolò pertanto a scopo terapeutico un insieme di movimenti diagonali-spirali chiamati “schemi base”. Attraverso essi è possibile portare il muscolo dalla sua condizione di massimo allungamento a quella di massimo accorciamento. La Facilitazione si realizza partendo da un iniziale stiramento del muscolo che evoca un accorciamento immediato delle fibre muscolari (stretch reflex), coinvolgendo anche le fibre più deboli secondo un altro principio base della metodica, l’Irradiazione.
La paresi facciale è una condizione deficitaria a carico della muscolatura mimica del volto innescata da una sofferenza riguardante il VII paio di nervi cranici. Quando la paralisi è “periferica”, cioè la lesione avviene distalmente rispetto all’encefalo, interessa tutta la metà omolaterale del volto e può avere cause differenti:
- paresi idiopatica
- paresi da farmaci
- paresi traumatica
- paresi di natura infettiva
- paresi di origine tumorale
Il trattamento consiste nell’esecuzione di esercizi eseguiti perlopiù attivi, guidati dai comandi vocali e dalle mani del terapista. In questo modo possono essere attuati tutti i concetti cardine della metodica per ottenere il miglior risultato.